“NEUTRALIZZATO” IL DEBITO BRAMANTE

Firmato l’atto di transazione tra il Comune di San Giovanni Rotondo e lo IACP che consentirà alle casse comunali di incassare la considerevole somma di un milione e 400mila euro. Si conclude così con successo l’operazione “risparmio” varata qualche tempo fa dall’amministrazione comunale in merito alla nota sentenza Bramante che rischiò di mandare in dissesto il Comune. Mancava l’ultimo atto. Che è arrivato: ovvero la stipula della convenzione tra l’Istituto autonomo case popolari ed il Comune per i terreni oggetto del contenzioso, su gran parte dei quali nel frattempo sono sorti -diversi lustri fa- alloggi di edilizia residenziale pubblica. Con questa operazione il Comune incasserà dall’ente autonomo case popolari – come da prassi tra proprietari dei suoli e Iacp- la somma di un milione e 400mila euro (cifra pari a quella già versata nel frattempo ai Bramante). Un risultato non trascurabile, raggiunto grazie agli sforzi dell’amministrazione comunale, in primis di sindaco e assessore al ramo (Salvatore Ricciardi). Ma coma ha fatto il Comune a diventare proprietario dei suoli se questi risultavano ancora giuridicamente di proprietà dei Bramante? Acquisendoli a metà ottobre scorso al proprio patrimonio attraverso una delibera di Consiglio Comunale. Ma vi è dell’altro da rimarcare. In primis la scelta effettuata dall’amministrazione comunale -confidando nel buon esito delle trattative già avviate tra le parti – di inserire subito in Bilancio tali somme. Il risultato è che queste sono già spendibili a partire dai primi mesi del 2014. Buone quindi per finanziare il primo lotto della fogna bianca da appaltare il prossimo anno.

LA CRONISTORIA Ma per capire l’importanza dei risultati raggiunti, urge però ricostruire l’intera vicenda della sentenza Bramante. Che segna altri colpi messi a segno dall’amministrazione.

La storia prende il via 13 anni fa, con la citazione in giudizio del Comune di San Giovanni Rotondo da parte di Michele Bramante, notificata a Palazzo di Città il 27 giugno 2000. LA CONDANNA Nel marzo 2012 il giudice monocratico del tribunale -sezione civile- di Foggia Angela Marchesiello condanna (sentenza di primo grado) il Comune di San Giovanni Rotondo a pagare circa tre milioni di euro agli eredi Bramante per risarcimento danni da occupazione appropriativa, usurpativa ed altro. La causa? Il Comune non avrebbe emesso entro i tempi prestabiliti (prima cinque anni, poi la legge cambiò i termini allungandoli a dieci anni) il relativo decreto di esproprio dei terreni della famiglia Bramante destinati in gran parte alla costruzione di alloggi popolari (Iacp), cosicché la occupazione era nel frattempo divenuta illegittima. LA SOSPENSIVA DELLA CORTE D’APPELLO Poi lo scorso 8 ottobre -dopo il ricorso dell’aprile 2012 – per il Comune arriva una buona nuova: una ordinanza della Corte di Appello di Bari sospende gli effetti della sentenza.

Mettendo in campo una accorta strategia processuale, l’ente ha -in pratica- evitato il dissesto del bilancio comunale. Come? Prima (e questo grazie all’incessante opera di persuasione fatta dal sindaco presso gli eredi Bramante) con un patto di non esecuzione forzata della sentenza riguardante le modalità di pagamento. Senza del quale ci sarebbe stato uno svuotamento immediato e totale delle casse comunali con gravi ripercussioni sul bilancio. Tra Comune e famiglia creditrice ci si accorda per una forma dilazionata di pagamento della somma (tre milioni di euro) in tre rate annuali. Il Comune si impegna a pagare 700mila euro nel 2012 (rata onorata), 700mila euro nel 2013 (anche questa onorata, ma a luglio mentre la scadenza era ottobre, quindi in anticipo e senza ricorrere al prestito oneroso da parte del tesoriere) e un milione e 600mila euro, più interessi, a saldo nel 2014. Pagate le prime due rate, per l’ultima il Comune “incassa” lo stop dalla Corte di Appello di Bari, che lo scorso ottobre emette una ordinanza con la quale sospende gli effetti della cosiddetta sentenza Bramante. Questo perché il Comune nell’aprile 2012 ha provveduto ad impugnare la sentenza del Tribunale di Foggia, contestandola, in quanto fondata su un istituto giuridico -“le accessioni invertite”- ormai sparito dall’ordinamento giuridico nazionale. Dopo la sospensiva, è stato il turno della firma della convezione tra Comune e Iacp di venerdì 20 dicembre, e soprattutto l’incasso di un milione e 400mila euro. Ossigeno per le casse comunali.

LA SODDISFAZIONE DEL SINDACO “Oggi, con la firma della convenzione tra Comune e Iacp e l’incasso di un milione e 400mila euro, l’operazione “risparmio” varata tempo fa dall’amministrazione” è il commento del sindaco Luigi Pompilio “registra un risultato eccezionale per il bilancio comunale. Soprattutto perché il tutto ci permetterà di onorare la promessa fatta in campagna elettorale in merito alla realizzazione della fogna bianca. Opera la cui attesa, lo vorrei sottolineare, è più che ventennale”. L’ultima annotazione di Pompilio è per l’assessore Salvatore Ricciardi: “a lui va un particolare ringraziamento per il prezioso e fattivo contributo fornito in tutta la vicenda”.

“NEUTRALIZZATO” IL DEBITO BRAMANTEultima modifica: 2013-12-23T08:15:36+01:00da garganostreet
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